martedì 23 aprile 2013

Trail Running Hydration Vest



Ecco una carrellata di zainetti idrici  "minimalisti",  molto leggeri, che vestono come dei gilet, dotati di tasche per portarsi il minimo indispensabile per affrontare uscite su medie lunghe e lunghissime distanze, barrette o gel secondo i gusti, il cellulare, e magari una giacca antivento; e con la possibilità di poter usare una riserva idrica a "vescica" oppoure borracce sugli spallacci


Mountain Hardwear Race Vest



Nathan Minimalist


Ultraspire Spy


Hydrapak E-Lite Vest


Ultimate Direction TK Race Vest


Nathan Hpl 028

lunedì 22 aprile 2013

Abbigliamento intimo sportivo: lana merino Vs sintetico? Bandavej!

La lana merino viene considerata un tessuto altamente pregiato ed apprezzato, dalle sue fibre estremamente fini vengono ricavati capi d'abbigliamento di altissima qualità.
Questo tessuto racchiude in sè le caratteristiche migliori di ogni tipologia di lana, di fatti le creazioni in lana merino sono principalmente termoregolatori, riparano infatti il nostro corpo dal freddo, anche nel caso di temperature estremamente basse.

Continua a Leggere


domenica 21 aprile 2013

Puma Pumafox - Recensione

Puma Pumafox


Peso 330gr

Appoggio: neutrale.

Differenziale 12mm: 32mm al tallone e 20mm all'avampiede

Categoria: Adidas Response 19 Trail, Asics Fuji Trabuco Neutral, Brooks Adrenalisne Asr 9, Inov-8 Roclite 309, La Sportiva Wildcat, Montrail BadWater, Salomon Xr Mission, Saucony Progrid Jazz 15 Trail, Tecnica Dragon X-Lite

Comfort 4/5
Piacevole correrci, su tutti i tipi di terreno, non fa soffrire le asperità del fondo: la soletta interna fissa è Ortholite ha ottime capacità di assorbimento; la tomaia è fatta con un mesh molto traspirante, e il rivestimento interno è molto piacevole anche sul piede nudo, come fosse un tessuto in pile.

Protezione 2/5
Tra suola e intersuola, per tutta la lunghezza della scarpa, è presente una placca protettiva, il puntale è formato da strati sovrapposti di tessuto sintetico, ma la scarpa non trasmette una grande sicurezza in marcia.

Peso 3/5
Scarpa che pesa intorno ai 330gr, come una scarpa A3,

Traspirabilità 3/5
Il mesh è ben traspirante, prende l'umidità ma permette un buon deflusso e si asciuga bene col caldo

Ammortizzazione 3/5
L'intersuola si fa apprezzare non tanto per le sue doti ammortizzanti, quanto per le sue dote rimbalzanti: una volta messa ai piedi, questa scarpa ti fa venir voglia di saltellare sul posto! Assorbe le asperità del fondo, il crash pad è ben spesso, ma non è particolarmente curato per favorire l'appoggio di tallone e la rullata.

Stabilità 1/5
Mostra un grosso limite nell'affrontare tratti tecnici, dove viene fuori il suo grosso difetto: una tomaia che veste larga, non fascia il piede, priva di supporto nella zona mediale, soprattutto quella interna, e con un collarino che non avvolge la caviglia; l'allacciatura risulta sempre lenta, persino facendo passare i lacci nell'ultimo occhiello. La talloniera è rigida e non è avvolgente, la forma della tomaia, molto dritta, può essere comoda per chi ha piedi larghi, altrimenti il piede ci balla dentro, e questo può risultare fastidioso, se non pericoloso, su percorsi tecnici, specialmente in discesa, quando il piede tende a “cadere” lateralmente negli appoggi trasversali, mentre la suola resta ben attaccata al terreno, creando quel momento di “crisi” che può aver effetti peggiori di una svicolata, in quanto il peso va a caricarsi sulla caviglia, in maniera innaturale, col conseguente rischio di storte...



Grip 5/5
Nel modello testato la suola è di un giallo lucido tipo ovetto kinder, non sembra promettere un gran che, ma con qui tasselli ben pronunciati e aggressivi risulta avere incredibili doti di tenuta, su tutti i terreni e anche in condizioni di tempo bagnato, specialmente sul fango morbido, dove si possono affrontare cambi di direzione e appoggi trasversali senza mai scivolare.

Conlcusioni
Scarpa di derivazione “stradale”, non sembra esser costruita con materiali di qualità: ha un aspetto un po dismesso, povero, “vecchio”..

Una scarpa ottima per allenamenti riposanti su percorsi facili e sulla media distanza per corridori con un passo medio-veloce.

venerdì 12 aprile 2013

La Sportiva Ultra Raptor - recensione



Una delle mie prime scarpe da Trail è stata LaSportiva WildCat; a quei tempi non ero ancora diventato un minimalista, correvo poggiando molto di tallone, e la Wildcat si adattava bene a quel tipo di passo grazie ad un crashpad che garantiva un ammortizzazione molto efficiente. La scarpa era anche molto comoda, peccava però in sostegno al piede, pegno pagato per ottenere una scarpa leggera adatta a un passo veloce : e così la tomaia tendeva a consumarsi facilmente, fino a strapparsi, nei punti di maggior sollecitazione. Poi uscì il modello Raptor, che partendo dalla stessa piattaforma delle Wildcat, ne migliorava la struttura della tomaia, ancora più confortevole e dotata di supporti che ne miglioravano la capacità di sostenere il piede – apprezzabile sulle lunghe distanze . ed anche ad aumentarne la resistenza della stessa. E la mescola usata per la suola – che manteneva lo stesso disegno – era anche di un tipo che garantiva una maggior durata, perdendo pochi punti sulla capacità di tenuta sul bagnato. La Raptor diventava così la giusta alternativa per quegli atleti che avevano bisogno di una scarpa affidabile per affrontare lunghe distanze.
Lunghe distanze che si vanno sempre più allungando, nel mondo del training. E per puntare a percorrenze che arrivano e superano i 100km, ecco che La Sportiva crea la UltraRaptor, un evoluzione della Raptor. Un evoluzione “invisibile”, nel senso che la scarpa esteticamente sembra identica, ma ha una struttura migliore che aumenta la capacità di supportare l'arcata del piede, (specialmente per chi soffre di pronazione) quando, sulla lunga distanza, l'affaticamento provoca il collasso dell'arcata, rendendo più difficoltoso, e ancor più faticoso, se non addirittura doloroso – il proseguire.

Comfort: 4/5
accogliente anche per chi ha un piede e una caviglia larga, imbottita il giusto nel contrafforte tallonare, anche ben stretta non chiude troppo sul piede. La soletta interna.è ben conformata.
La linguetta integrata al resto della tomaia poggia molto bene sul collo del piede, anche stringendo bene i lacci, non si soffre alcun tipo di costrizione.

Sicurezza:
Un bel puntale degno di una scarpa antinfortunistica, protegge molto bene le dita dei piede. L'altezza da terra e il perimetro più largo dell'intersuola, proteggono il piede dalle sollecitazioni del fondo e dal contatto laterale contro gli ostacoli. La scarpa non presenta placche protettive nell'intersuola, ma uno strato di Eva la cui alta densità non permette al piede di soffrire le asperità.

Peso: 2/5
350gr non sono pochi, giusto pegno da pagare per avere tanta protezione e ammortizzazione

Traspirazione: 2/5
La tomaia è ben robusta e resistente, con tutti quegli overlayer supportivi, ma questo diminuisce la traspirazione del piede, il calore non viene dissipato in maniera ottimale, stando fermi si percepisce un lieve riscaldamento del piede. In inverno questo è positivo, naturalmente.

Ammortizzazione 5/5
30mm di gomma MEMlex Eva sotto il tallone, 22mm sotto le dita dei piedi, garantiscono un ottimo assorbimento degli shock da impatto; in particolare il crashpad sotto il tallone offre una dinamica molto confortevole durante il passo, che si rivela ancor più efficace nell'uso durante la corsa in discesa.

Stabilità 5/5
il differenziale ridotto a 8mm compensa l'elevata altezza da terra; la superficie d'appoggio è molto ampia, il ponte mediale conferisce abbastanza rigidità e controllo dell'appoggio, la talloniera rigida non permette al piede di muoversi all'interno della scarpa negli appoggi più acrobatici.
Ma quello che contribuisce ad una maggiore stabilità del piede è il nuovo sistema di allacciatura e' integrato alla tomaia a mezzo di layer applicati sul tessuto elastico interno e con rinforzi in materiale sintetico sul mesh esterno, al fine di ripartire la tensione dell’allacciatura su tutta la tomaia ed avvolgere meglio il piede 




Grip 3/5
La suola, composta dalla mescola FriXion XF, è studiata per resistere all'usura e permetterne una lunga durata, specialmente nell'uso su sentieri con fondo roccioso, di alta montagna, anche in condizioni di bagnato, e su sentieri di terreno ben battuti, mentre non ha grandi capacità sul fango umido, dove la larga pianta tende a “galleggiare”, scivolando, non avendo dei tasselli abbastanza profondi per stabilizzare l'appoggio. 

 

lunedì 8 aprile 2013

Corsa e Costo Energetico


Uno studio pubblicato sulle riviste americane “Medicine & Science” e “Sports & Exercise”, eseguito da ricercatori dell'Università del Colorado, ha dimostrato che, nonostante le pretese degli appassionati di corsa a piedi nudi, la corsa con un paio di scarpe è più “economica” che la corsa senza scarpe .

Dodici corridori maschi hanno partecipato all'esperimento ideato da questi ricercatori . Tutti quanti erano esperti corridori a piedi nudi con appoggio mediale. Questi soggetti hanno corso ad un ritmo fisso di circa otto minuti al miglio su un tapis roulant in condizioni diverse: a piedi nudi (in realtà, indossando calze molto sottili, per motivi igienici), indossa scarpe super-leggere (5,3 once) , e con varie quantità di peso zavorra attaccati ai loro piedi nudi o con le scarpe.
Durante l'attività è stata misurata la quantità di ossigeno consumata per determinare il costo energetico di ogni esercizio.

È così emerso che il costo energetico della corsa con e senza scarpe era più o meno lo stesso. Ma quando una quantità di peso uguale a quello di un cappello da corsa era applicato ai loro piedi nudi, i corridori spendevano un quantitativo di energia di un 4% superiore a quelli che correvano con le scarpe.

"Questi risultati ci ha fatto pensare", spiega Rodger Kram, autore principale dello studio. "Se con le scarpe leggere si ha lo stesso costo dell'energia come quando si corre a piedi nudi, allora ci deve essere qualcosa di buono, nell'uso di tali scarpe, che sta contrastando l'effetto negativo della loro massa. Abbiamo il sospetto che probabilmente questo fattore compensativo sia la capacità ammortizzante delle scarpe. "

Per verificare questa ipotesi, Kram ed i suoi colleghi hanno progettato un esperimento in cui i soggetti correvano a piedi nudi su una pedana mobile imbottita. Questi corridori usato un quantitativo di energia 1,7% in meno su un tapis roulant il cui nastro trasportatore è stato imbottito con 10mm dello stesso tipo di schiuma che è contenuta in scarpe da corsa, rispetto a quando hanno corso su un nastro non imbottito..

Secondo Kram, che recentemente ha presentato le sue conclusioni in una riunione della American Society of Biomechanics, la lezione da portare a casa è che, per ottenere un massimo di prestazioni durante la corsa, non solo correre con le scarpe è meglio che correre senza scarpe, ma le scarpe con un po di capacità ammortizzante sono meglio di scarpe minimaliste, nonostante abbiamo un peso maggiore. "Se state cercando di salvare secondi", dice, "più leggero non è sempre meglio."