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L'Abbots Way non è una “gara” di trail running.
L'Abbots Way è un “cammino” , per i sentieri dell'Appennino Tosco-Emiliano, per molti e lunghi tratti anche su asfalto, su quella via, la Francigena, che un tempo era la via percorsa dai pellegrini per raggiungere la Città Santa.
Dico un “cammino” perchè questa non è solamente una corsa.
L'evento prevede diverse formule, per i partecipanti, per affrontare questo percorso: un'unica tappa di 125km; oppure in due tappe, in due giorni; ed infinte la formula a staffetta, fatta da un Twin Team, due persone che percorrono, in due giorni, 30km ciascuno. Ed è questa la formula che rende speciale quest'evento. Due corridori che vivono questi giorni insieme, si “rincorrono” l'un verso l'altro, si aspettano a vicenda, e si scambiano un abbraccio ad ogni incontro lungo il cammino. E tutti gli altri, che vivono questa “formula”, comprendono e rivivono questo sentimento guardando quanto vivono le altre coppie.
All'interno della coppia, si crea un sentimento di solidarietà; e questa solidarietà si espande oltre la coppia, verso tutte le altre coppie, e per ogni singolo corridore che arriva al traguardo e viene salutato con un applauso, con un incitazione, con una birra fresca.
Twin Team : Cinzia Bertasa & Federica Budoni
Per questo non definirei l'Abbots Way semplicemente e “ristrettamente” una gara, ma la possibilità un cammino evolutivo interiore. Un momento sacro, in cui le persone superano la propria individualità.
Sono state belle le Parole di Don Lorenzo, salito sul palco dopo la spettacolare e poetica introduzione di Alex Geronazzo, e prima del Briefing tenuto dagli organizzatori all'interno del Teatro di Pontremoli.
Don Lorenzo ha raccontato un aneddoto di alcuni turisti che si erano recati sul luogo dove un tempo di trovava la chiesa di San Colombano, rimanendo delusi dal non trovarla più, rasa al suolo per farci passare una strada. Di fronte al loro scontento, Don Lorenzo ha ricordato che il Cristo non si trova nelle chiese, ma dentro noi stessi, dentro gli uomini, e le strade uniscono gli uomini, uniscono al Cristo interiore, alla nostra Umanità. D'altronde, se non sbaglio, Gesù il Cristo disse di essere Figlio dell'Uomo. E' il volto di se stesso, di tutti gli uomini, dell'Uomo, che Dante vede, al termine del suo cammino..
Diceva Rousseau che un uomo da solo, è nessuno. Perchè solo insieme possiamo andare avanti, perchè dipendiamo gli uni dagli altri non solo per quanto riguarda i bisogni materiali, ma anche per definire la nostra identità, quel che siamo, la nostra direzione.
Il Briefing, presentato dagli organizzatori, Elio e Armando, è stato semplice e chiaro: tutte le informazioni possibili erano state già fornite tramite internet, inclusa una completa e minuziosa descrizione del tragitto, e cartine del percorso dettagliate, quasi in scala 1:1 … Di cui non ci sarebbe bisogno, visto che lungo il tragitto (almeno per le due tappe da me percorse) le segnalazioni tramite frecce disegnate sul terreno, cartelli e fascette, è stata accurata. Quelle poche volte in cui mi è sorto un dubbio (perchè magari distratto da altri pensieri, durante qui tratti percorsi in solitudine) subito trovavo un segnale a rassicurarmi sulla correttezza della direzione.
I ristori sono stati organizzati bene, in numero giusto e adeguatamente riforniti, distanziati l'uno dall'altro in maniera corretta.
RobyChao al traguardo-ristoro di Bardi, dopo 60km
Tempo sui 125km di 19h42min
Per quanto riguarda il percorso (ho partecipato in Twin Team alla 1 e 4 tappa), ho trovato molta strada; i tratti di sentiero non erano impervi, e brevissimi i punti in cui si era formato il fango causa le piogge dei giorni precedenti. Volendo, in queste condizioni meteo, che fortunatamente ci hanno risparmiato piogge e solebattente, il percorso permetteva l'uso di scarpe da strada, più che scarpe da trail. Non ci sono stati tratti di salita difficili, sia per quanto riguarda la lunghezza che per il dislivello. C'era sempre modo di respirare, riposare il cuore e lasciar andare le gambe. (persino per un atleta di basso livello come me)
Ho adorato percorre il tratto di crinale durante la prima tappa, un single-track di lievi e continui saliscendi su terreno duro e secco, molto divertente, e reso “romantico” dalla presenza della nebbia spinta dal vento. Bella, seppur breve, troppo breve, la pineta dopo il terzo ristoro...E bello e duro il tratto di single-track agli ultimi due chilometri della quarta tappa (duro perchè tecnicamente difficile, ma soprattutto duro per gambe provate dal chilometraggio che lo ha preceduto...)
Single-Track nella nebbia
GeoGeo giunge al suo 100km
nr 100: Giuseppe Marazzi, Co-Vincitore della 125km insieme
Christian Schneider(non ritratto), col tempo di 15h&5min!!!
Christian Schneider(non ritratto), col tempo di 15h&5min!!!
Considerazioni personali.
Ho partecipato al Twin Team con Rudy. Siamo entrati in contatto sul Forum di Spirito Trail, sempre grazie all'aiuto di Elio. E abbiamo avuto modo di incontrarci alla TCE, un mese fa. Mi ci sono trovato bene, insieme, in quest'avventura: sia per lo spirito comune con cui l'abbiamo affrontata, sia proprio per le sue qualità umane.
Rudy Pelizzari
E così, quando al mattino siamo partiti, non avevo orologi o cronometri al polso, ma la mia fotocamera digitale sempre in mano, pronto a cogliere attimi significativi. Non pensavo a doverci mettere meno di 4 ore. Pensavo solo di correre con piacere.
Sono partito piano, in mezzo a quel gruppo di coloro che dovevano affrontare la tappa da 60km o coloro che se la faceva tutta in un botto. Ho avuto modo di vedere che passo tengono questi temerari, esperti runners delle lunghe distanze, e di imparare dalla loro intelligenza come si gestiscono le energie quando si devono affrontare lunghi sforzi. Mi sono ritrovato in mezzo a quello che Giò62 ha definito o il “gotha” del trail
Considerato il fatto che il mio obiettivo era meno impegnativo, potevo permettermi un passo più veloce, che avevo nella gambe. Ma volevo attingere alla loro saggezza. E almeno fino al primo ristoro, ho tenuto il passo di questo gruppo. Dopodichè ho iniziato a sentire il bisogno di tenere il passo che potevo permettermi senza dover “pigiare” sforzandomi troppo. E così a 7 chilometri circa dall'arrivo, sul ponte in cui mi sono fermato a fare un paio di foto al fiume e alla vallata, ho trovato il Kappadocio che aspettava ChiaroSub lungo il percorso, per fare foto, il quale era meravigliato di vedermi: stavo precedendo Marco, e soprattutto, ero in anticipo rispetto a quanto ci si poteva aspettare da me, visto il ritmo che avevo tenuto in precedenti gare. E continuando a quel ritmo, soffrendo un po per quegli ultimi 4km di asfalto che portavano a Borgotaro, sono arrivato con un tempo di 4ore e 15min! E Rudy, il mio gemello, non era lì ad aspettarmi per partire per la sua tappa: anche lui, come me, si aspettava che ci avrei impiegato almeno una mezzoretta di più! E' stato buffo, ma anche piacevole, l'aver sorpreso un po tutti, compreso me stesso. Non mi sentivo di aver dato il massimo, di aver puntato all'impresa: avevo ottenuto un buon risultato cronometrico, ma, soprattutto, avevo corso bene, sereno. E adesso, sono convinto che se avessi dato il massimo, se non avessi perso tempo a chiacchere con gli altri che incontravo lungo il tragito, e a far foto, avrei potuto impiegarci meno di quattro ore!
Sapevo che un giorno non troppo lontano sarei stato capace di arrivare a questo livello, ma non mi sentivo di esserci già arrivato. E così, conscio di questa mia capacità, ho intrapreso la mia seconda tappa, con l'obiettivo di dare sempre il massimo possibile, vedere fin dove potevo arrivare, conoscere il mio nuovo limite; ed ero in questo senso favorito dal fatto che partivo nella seconda tappa del giorno, a seguito dell'arrivo del mio gemello: correndo in solitudine per gran parte del tempo, non mi sono perso in chiacchere e foto, e così sono riuscito sempre a tenere un bel passo, a forzare solo dove potevo farlo senza sforzarmi inutilmente, conservando le energie che mi sarebbero servite negli ultimi chilometri, ad allontanare l'avvento del mio solito momento di “crisi” , che in queste due giornate non si è mai presentato. E così sono riuscito a correre persino nel single track in discesa nei chilometri finali, dove, per correre, servono “freschezza”, elasticità e reattività. E così ho attraversato il traguardo in 3h50min!
Don Lorenzo ha detto anche che " la forza la troviamo dentro di noi".......
RispondiEliminagrandissimi tutti davvero!
Grande prestazione Gaggio, e bellissime foto! Chapeau
RispondiEliminaFORTE e SIMPATICONE B R A V O Gaggio|
RispondiEliminaCaso vuole ti ho fotografato nella prima tappa, ma sei di spalle! ;-(
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RispondiEliminaGrazie :-)
RispondiEliminaE meno male che mi hai preso di spalle, Barbie, che quello è l'unico profilo buono che ho ,-)
tra qualche settimana vado al trail dei monti Lucretili, mi sa che gli altri Malandrini non vengono, sono solo: se qualcuno vuole unirsi in questa trasferta, io sarei più che contento di rivedervi :-) Ciao
grande gaggio sembre con la macchina foto in mano.
RispondiEliminaOttima prestazione!
Alla prossima!
Peccato che per Fontesanta non ci sei
Mi diapiace tanto perdermi sia il Fontesanta che il Falterona... mi combaciano con le date del Skyrace Zegna e MonteCamino, in base alla quali avevo programmato le vacanze a febbraio nel piano ferie in "ditta"...
RispondiEliminaSu Spirito Trail, con Bussino, stiamo buttando giù l'idea di un TA da fare ad Arezzo in concomitanza della corsa dei 5 Ponti, il 18 Luglio. Un alternativa più leggera e molto più goliardica rispetto alla Skyrace delle Apuane... http://www.spiritotrail.it/forum/viewtopic.php?f=2&t=2407&start=10
Ciao Gaggio,
RispondiEliminacomplimenti, bel racconto.
rnm (ci siamo conosciuti nelle docce di Bardi )