Classifica http://www.parkstrail.it/circuiti.php?idevento1=77
Sveglia alle 5, per iniziare a carburare con calma, senza fretta. Con Alessandra, Marco e Simone, abbiamo dormito in un abitazione di albergo diffuso a Santo Stefano
in Sessanio, antico e particolare borgo, molto curato, che è uscito quasi indenne al terremoto che due anni fa ha devastato i più “moderni” agglomerati urbani della zona. Camminare per i suoi vicoli illuminati ad arte, è un piacevole incanto, tra queste abitazioni fatte di sassi che sembrano un prodotto spontaneo della natura, come fossero cresciute dal colle stesso, le une accanto alle altre, le une sulle altre, alcune dentro altre, in modo armonioso, ma senza geometrico rigore. Solo la torre è crollata su se stessa, a causa del proprio tetto -recentemente ricostruito, non in legno, come anticamente e saggiamente era stata fatto, ma col ben più moderno e redditizio (..per alcuni) cemento ….
E siamo pronti. Ci avviamo in macchina verso Castel del Monte, con il bagliore dell'alba che fa capolino dietro le creste dei monti lontani all'orizzonte. Giungiamo al ritrovo che troviamo già qualche altro trailer, in questo paesino ancora addormentato. Piano piano la piazza inizia a riempirsi e tra saluti, abbracci e gli scatti delle fotocamere, i minuti passano veloci ma senza tensioni, perché questa sarà pure una gara, ma soprattutto è una festa, un ritrovo, un avventura.
Si inizia a salire, leggermente, e il gruppo inizia a sfilarsi, lungo il sentiero che si snoda tra i colli dal profilo dolce ma dall'aspetto aspro, secco.
Il fondo del sentiero è composto di sassi, per lunghi tratti piccoli e arrotondati, in altri tratti più grossi e spigolosi. Spazi aperti tutto intorno, col cielo nuvoloso che incombe su di noi, ma mai minaccioso. Soffia un leggero vento che non infastidisce, una maglietta e una giacchetta a vento bastano a coprirsi adeguatamente.
Si prosegue poi attraversando ampi campi, alcuni da pascolo, altri coltivati, fino al 40 km, dove si torna a passare al punto di controllo che avevamo superato, all'andata, al km 7, ripercorrendo per un paio di km il sentiero fino al punto del ristoro incontrato al km5, quindi si inizia a scendere verso Campo Imperatore, dove termina il sentiero sassoso, e si prosegue attraversando questo immenso altopiano erboso, delimitato a nord dal Corno , scendendo impercettibilmente fino a raggiungerne l'estremità a nord, che finisce nella “bocca” del canyon, allagata dalle piogge del giorno prima, oltrepassata la quale ci si trova gettati in un altro ambiente, roccioso e arido, dove il sentiero spesso è sabbioso.
Al km 50 si trova l'ultimo ristoro, pochi metri più avanti si sale quello che è il più ripido, seppur breve, tratto in salita, quasi da scalare, appoggiandosi con le mani, sui sassi. L'ultimo – unico – duro vero sforzo prima di affrontare l'impervia discesa che ci riporta a Castel del Monte.
Percorso lungo ma privo di tratti particolarmente duri e tecnicamente difficili, dal dislivello contenuto e spalmato “dolcemente”, sempre corribile (eccetto quell'ultima salita al 50°km, se non da atleti preparati ad alto livello) , sempre affascinante , soprattutto per chi ama trovarsi in spazi aperti, con lo sguardo che può spingersi lontano, vedere fino dove porta il sentiero.Privo di tratti pericolosi, sempre percorribile anche con gli automezzi di soccorso, con adeguati rifornimenti di liquidi ( questo è un trail in semi-autosufficienza)
Per quanto mi riguarda ho affrontato il percorso con spirito conservativo, con l'obiettivo, non solo di arrivare al traguardo, ma anche di arrivarci in forze, poiché dopo mi avrebbero aspettato quei 500 km in macchina per ritornare a casa, che , sotto un certo punta di vista, sarebbero stati – e lo sono stati- più stancanti della corsa stessa ... Quindi sono partito con molta calma: il cancello di 3h30m al 25°km, considerata la bassa difficoltà in senso altimetrico, era tutto sommato “largo”, persino per uno come me, quindi ho affrontato i primi chilometri correndo lentamente, camminando lungo i brevi tratti in salita, così fino al 5°km, poi correndo -senza mai tirare- fino al cancello, raggiunto in 3h. Dopo di che ho mangiato una barretta, camminando un paio di chilometri per non “impedire” la digestione, poi ho ripreso a correre, arrivando al 30° km in 3h58, poi un altro “pasto”, quindi al 40°km in 5h30. Sceso a Campo Imperatore, km 42, mi sono reso conto che non correvo più con la schiena dritta, ma
con una postura un po ingobbita: questo è il momento in cui occorre tirare fuori la forza di volontà, più che le energie fisiche, per continuare a correre. Cosa che era nelle mie possibilità, ma che non ho fatto, sempre in prospettiva di avere le energie per il viaggio di ritorno in macchina.. Per cui ho attraversato tutto Campo Imperatore
e il Canyon camminando, riprendendo solo a correre nell'ultimo tratto di discesa che porta a Castel del Monte, ma solo perchè in lontananza, direzione Rocca Calascio, vedevo le nuvole scaricare acqua , e non mi andava di venir raggiunto da quelle nuvole prima di aver oltrepassato il traguardo, dopo 8h e 50min. Stanco, ma non
sofferente. Soddisfatto di come sono riuscito a gestirmi, usando più il cervello che le gambe.
Una doccia , un saluto agli amici che sono stati miei compagni di questo bel fine settimana, e senza nemmeno mangiare , sono ripartito, insieme a Simone, per riaccompagnarlo a casa, soddisfatto anche lui di questa sua prima ultra portata a termine raggiungendo anche lui il proprio obiettivo.