giovedì 25 febbraio 2010

ENDURANCE E PROCESSI ENERGETICI - ATP

L'attività sportiva comporta un aumento del consumo energetico a cui il nostro organismo risponde attivando diversi processi metabolici finalizzati a produrre l'ATP, la molecola ad elevato contenuto energetico che i muscoli utilizzano per lavorare.

Queste processi metabolici sono:
- la glicogenolisi, che libera glucosio "rompendo" le molecole di glicogeno,
- la glicolisi, la degradazione degli aminoacidi (i mattoni costituenti le proteine)
- la lipolisi.

Questi processi hanno la funzione di "smontare" il glucosio, gli aminoacidi e i grassi per estrarre l'energia in essi contenuta e trasferirla all'ATP. Il contributo delle fonti energetiche del muscolo varia nel tempo (vedi figura).La glicolisi può essere aerobica, in presenza di ossigeno, oppure anaerobica cioè avviene in assenza di ossigeno.Quando il muscolo lavora senza un adeguato allenamento oppure con una intensità eccessivamente rapida, la glicolisi produce acido lattico, che accumulandosi, provoca una sensazione di bruciore muscolare, contribuendo al senso di fatica conseguente al progressivo consumo e quindi alla mancanza di fonti energetiche.
L'allenamento, intervenendo sulla circolazione sanguigna a livello muscolare, posticipa la comparsa di fatica ritardando e diminuendo la formazione di acido lattico.

Un'adeguato supporto alimentare, pre e durante l'esercizio fisico, specialmente se un esercizio di durata, può compensare il consumo energetico e contribuire ad un aumento della prestazione.

2 commenti:

  1. Eh, ci sto lavorando sopra; è per questo che ho iniziato a interessarmi prima all'indice glicemico, poi al consumo energetico.. sto facendo delle ricerche, seguendo i consigli del mio personal trainer, cercando su internet altri pareri.
    Sia per quanto riguarda la dieta di preparazione preparazione, che per l'apporto durante la prova. Il fatto è che sto scoprendo che , cosa banalissima, non esiste una regola valida per tutti, per cui l'unicaa vera Maestra resta sempre e solo l'esperienza.
    Di sicuro , durante la preparazione, occorre provare sulla pelle quando arriva il momento di crisi energetica, e in base a quello, sapere che poi occorrerà prevenire questo momento durante la gara, "ricaricand" con una mezzoretta di anticipo rispetto al momento di aspettativa del picco negativo: il cervello sente la mancanza energetica dovo che questa è già avvenuta, e mangiare in quel momento è la peggior cosa, perchè la stessa attività digestiva comporta dispendio energetico, mentre il corpo ne chiede sempre più.. Quindi, mangiando quando si è ancora in forze, si previene e si dovrebbe eliminare il picco negativo.
    E non è da sottovalutare l'importanza dell'apporto di sali minerali, non solo durante la gara, ma anche nella preparazione, a pochi giorni dall'evento, alternando l'uso di acque leggere e pesanti (ma questo è un argomento che dorvò affrontare col mio trainer col presentarsi della stagione calda).
    E, importante, soprattuto, per chi,come me, non è un atleta di lunga data, e non ha quindi un organismo collaudato, l'uso di integratori proteici e vitaminici. Questo non tanto per migliorare le prestazioni, ma per migliorare il recupero e quindi poi tornare in forze per affrontare gli impegni di tutti i giorni. Perchè l'attività sportiva dovrebbe migliorare la qualità della nostra vita, non riducendoci a tralasciare altre attività.
    Non sopporto affatto, la sera, dopo un allenamento, quando il cane mi butta ai piedi i suoi giocattoli per invitarmi a giocare, dirgli: no, non gioco, sono stanco...
    Nei prossimi giorni comunque continuerò a sviluppare questo l'aspetto "dietetico" , soprattutto perchè avrò anche la possibilità di provare sul campo.

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