mercoledì 9 giugno 2010

T.A. del Malandrino


Trail Autogestito del Malandrino, 5 & 6 Giugno 2010

traccia gps http://www.everytrail.com/view_trip.php?trip_id=654873

Album evento:

http://picasaweb.google.it/CorriGaggioCorri/TAMalandrino56Giugno2010#

http://picasaweb.google.com/aiosimona/TADelMalandrino560620101Tappa# 

http://picasaweb.google.com/aiosimona/TADelMalandrino560620102Tappa#

http://picasaweb.google.it/kappadocio/TADelMalandrino#

Blog:


Blog Banda dei Malandrini

http://lonelyrunner.splinder.com/post/22851146/trail-autogestito-dei-malandrini



I presenti:
KAPPADOCIO, RUNDIAMO, FEDE, MAX RUSSO, ANTONIO,  RUSSO NUVOLA, ROBYCHAO, MASSIGNAN, DONATELLA BRAGAGNI, BISO, SILVIA, MARINA ZANARDI, GIANFORC, IL MAGO, MARCO7C, FDERICO CASTAGNOLI, MARCO VANNUCCHI, BEPPE GM, e la mitica banda dei bolgonesi/parmigiani: RUPERZIO, MARCO, GRAX, MAURO



Quello del 5 e 6 giugno del 2010 verrà ricordato a lungo, da molti, come un weekend davvero speciale, durante il quale ha avuto modo di partecipare ad un inedito Trail Autogestito che si è svolto in due giornate su quella che dovrebbe essere la traccia del percorso del futuro Malandrino Trail, ed aver contribuito alla sua formazione.

Ed in un certo modo “invidio” coloro che per la prima volta hanno potuto percorrere questi sentieri a me conosciuti, ed aver potuto condividere con altri quel gusto della “prima volta” che sa di stupore, meraviglia, ed anche sofferenza. Perchè questi sentieri non sono solo belli , ma anche duri.

Si parte da un dislivello di 60 metri, si inizia a salire lasciandosi dietro la piana del Val Bisenzio, la città di Prato con quelle poche ciminiere ormai rimaste, ricordo del suo passato, fatto di industria manifatturiera, per raggiungere

A qualche giorno dalla vigilia avevo preannunciato che sarei andato molto piano, conscio del mio stato di forma debilitato da un periodo di febbre alta e bronchite che mi aveva colto una settimana prima, portandomi a perdere quasi 3 kg di peso e un forte stato di disidratazione.

Si parte, sotto il sole cocente di questo primo vero giorno estivo, si attraversa il parco, qualche centinaio di metri di asfalti e si inizia a salire, lasciandoci la città alle spalle, andando a riprendere il percorso del "Da Piazza a Piazza" (che seguiremo fino al punto di quello che sarebbe il Ristoro Masi, dove, invece che salire per il Rifugio Pacini, si procede per l'Acquerino.)


Ma dopo pochi chilometri, una volta superato lo Javello, raggiunto il Pian delle Vergini, sono stato colto da un “momento” di totale mancanza di energie, fisiche e mentali: per qualche minuto sono rimasto in piedi, guardandomi in torno il bel boschetto in cui mi trovavo, trovando tutto così bello e pacifico.. chiedendomi “Che cosa ci faccio qui, ma chi me lo fa fare, perchè correre?”. Ma allo stesso tempo non riuscivo a pensare a un eventuale stop e ad un ritiro dall'impresa. Era un'eventualità a cui non potevo pensare, visto tutto l'impegno profuso per organizzare l'evento. Sapevo quanta strada ancora mi aspettava, e quindi ho deciso di proseguire il percorso camminando. Ho avvisato gli altri tramite sms di non preoccuparsi , che sarei arrivato, più tardi, ma sarei arrivato.

E' stata una bella camminata, durante la quale ho incontrato anche gruppi di daini e con qualche deviazione che mi ha portato a fare una bella merenda alla Badia al Termine e poco più tardi ai Lagacci a bermi una birra seduto sul verdissimo prato intorno al lago. Sono arrivato a Pracchia poco dopo le 19:00!


A Pracchia abbiamo cenato al ristorante, e pernottato al rifugio Gea; il mattino seguente sveglia alle 6, colazione, insieme ad altri che si sono uniti al gruppo, e così si riparte con la compagnia di un cane del luogo, Rex, il nostro animale guida, ad affrontare subito un bel dislivello.....

Sapevo che non avrei potuto tenere il ritmo degli altri, che anche oggi avrei proceduto camminando, e che sarei rimasto solo. Invece ho avuto la compagnia di Rundiamo, che la giornata prima aveva corso insieme agli altri, e non aveva previsto di partecipareanche alla seconda tappa; anche lui reduce da un lungo periodo di infortunio, ed ha partecipato alla tappa conscio della difficoltà da affrontare, prendendola quindi senza forzare, correndo solo su quei bei tratti di single track o in quei tratti con non troppo dislivello, aspettandomi alle varie soste lungo il percorso. E così abbiamo proseguito attraversando la foresta e lungo il meraviglioso crinale del Poggio dei

Malandrini, fermandoci a prendere un thè al rifugio di Portafranca, poi nella nebbia fino allo Scaffaiolo, dove abbiamo pranzato con tagliatelle al sugo e tanto formaggio, quindi , siamo ripartiti e abbiamo superato la Croce Arcana, dove, in considerazione dei tuoni provenienti dai nuvoloni a pochi metri sopra le nostre teste, e vedendo l'aria di tempesta che calava sempre più forte sul Libro Aperto (dove, tramite telefonata, gli altri stavano già un po sotto la pioggia), abbiamo deciso di non proseguire, valutando che il maltempo, come minimo ci avrebbe attardato, e di parecchio …

Per cui siamo tornati indietro, fino alla Doganaccia, abbiamo preso la funivia che ci ha portati fino a Cutigliano, dove, per pochi minuti, abbiamo perso l'ultimo l'autobus che ci avrebbe portati all'Abetone … quindi abbiamo aspettato sulla strada il passaggio in macchina degli altri che tornavano, per salutarli e per farci dare il nostro bagaglio.







E' stato un bel finesettimana. Per la compagnia. Per il percorso. Per il senso dell'impresa che si stava compiendo, per la mia particolare impresa: ho imparato ad andare oltre la sofferenza, oltre il dolore , anzi, a trasformare il dolore in forza.