lunedì 26 novembre 2012

Montrail Masochist - Recensione

La Masochist è un modello uscito nel 2009, e da allora non ha subito sostanziali modifiche, se non nel 2012, con  il lancio della seconda versione, che si differenzia dalla precedente  per scelte cromatiche che interessano tomaia, suola e intersuola,  una placca protettiva sotto l'arco del piede che adesso è fatta di un materiale meno rigido rispetto alla precedente versione, e la presenza del Fluid Post nella parte interna della pianta per supporto pronazione.


La tomaia della Masochist è in  tessuto Vel,  apprezzabile per essere molto traspirante,  e resistente;  la tomaia ha un profilo molto basso,  a forma di banana,   con avampiede raccolto, che veste  avvolgente, ma senza pressioni, intorno alle dita;  il collarino  basso e  ampio e la  talloniera molto larga e generosamente imbottita, con una conchiglia di supporto non invadente,   rendono questa scarpa molto confortevole .  La tomaia presenta  inserti  di rinforzo che sono integranti al sistema di asole passa-lacci che consentono una allacciatura priva di pressioni sul dorso del piede,  e che assicurano una vestibilità da guanto. In particolare, è da notare che le asole poste all'altezza mediana sono più  distanziate tra di loro, ed in quel punto la linguetta presenta un maggior imbottitura, soluzione che permette di evitare punti di pressione sul collo del piede quando si vuol stringere bene la scarpa , cosa comunque non necessaria perché, grazie alla sua forma e all'imbottitura abbondante, questa scarpa veste molto bene, soprattutto nella parte interna del piede, dando una sensazione di ottima capacità di supporto, molto gradita  a coloro che soffrono di un appoggio pronatore. L'ampia imbottitura ha però l'effetto negativo di trattenere l'umidità. L'esteso  puntale con doppio strato di rivestimento in materiale sintetico assicura massima protezione alla dita dei piedi contro gli urti. L' intersuola è in mescola Eva che  ha la caratteristica di essere più reattiva che ammortizzante, e al cui interno, per tutta la sua estensione,  è inserito una placca “anti-roccia”, leggera e flessibile.  La parte mediale interna presenta un classico sistema di pronazione, costituito da  un inserto di gomma  Eva a maggior densità ,  che comunque non infastidisce calzata e corsa di chi ha appoggio neutro. L'intersuola presenta un  differenziale tra avampiede  e tallone di 1cm (27mm di altezza al tallone, 17mm di altezza in zona avampiede), caratteristico delle scarpe orientate più alla performance in fatto di velocità,  che non orientate verso l'ammortizzazione , specialmente per coloro che appoggiano di tallone;  la Masochist è adatta per competere nelle Skyrace, ma anche nelle lunghe percorrenze,  è  molto versatile,  si adatta ad ogni situazione di fondo, grazie alla sua suola in Gryptonite  dal disegno molto singolare, con tasselli dalla forma lamellare, con dentatura orientata multi direzionalmente, che assicurano una presa sicura, cedendo d'appoggio solo in caso di fondo ghiacciato, o su lastricati bagnati , quando, durante la corsa, si può perdere trazione all'avampiede se si diminuisce l'intensità della forza di spinta, oppure si tenti di rallentare poggiando sul tallone, specialmente in discesa, andando incontro alla più classica delle scivolate: di sedere.



Molto interessante anche il disegno della suola in zona tallone: presenta una “spalla” costituita da denti inclinati lateralmente, la cui funzione è di evitare scivolamenti laterali in fase appoggio su fango e neve bassa.  Occorre prestare attenzione a non poggiare la parte dell'arco mediale lateralmente e con pianta inclinata (cosa un po rara ma possibile) su pietre, perché questa zona è rivestita di gomma solo nella parte centrale, e si può correre il rischio di perdere aderenza.
Il disegno del battistrada, unito al basso valore di differenziale dell'intersuola , rendono questa scarpa molto stabile. La struttura del reparto suola-intersuola protegge molto bene il piede dalle asperità, non tanto per la capacità di assorbimento della gomma, quanto per quella protettiva. La pianta del piede resta riposata dopo chilometri e chilometri di fondi accidentati. Niente a che vedere, quindi, col piacere di patire le sofferenze, come indurrebbe a credere il nome, che si riferisce alla Mountain Masochist 50miles, sulle Blue Ridge Mountains della Virginia.
Questa scarpa è adatta a corridori  con appoggio neutro o moderatamente  pronante ,una corsa efficiente, ma non  necessariamente   veloce, e che non ha quindi bisogno di tanta ammortizzazione passiva; adatta anche per  affrontare anche lunghissime distanze (è la scarpa preferita da Geoff Roes per affrontare le 100miglia..),  con una scarpa molto protettiva  che ha nella leggerezza (306gr) e la reattività i suoi punti di forza.


Ammortizzazione  3
Stabilità 4
Grip 4
Protezione 5
Traspirabilità   3
Comfort 5
Peso 4

sabato 17 novembre 2012

La Sportiva Abbigliamento Trail Running

http://apparel.lasportiva.com/apparel_mans.html#.UKf4koajJe7

La Sportiva Synopsis Vest



La Sportiva Synopsis Jacket


La Sportiva Stratos Vest


La Sportiva Adjuster Shell Jacket



La Sportiva Voyager Jacket


La Sportiva Lux Jacket


La Sportiva StormFighter Goretex Jacket



B2R Performance Shoes

CORSA NATURALE - B2R Performance Shoes

B2R (Born2run) Performance Shoes http://www.born2run.com
Niente a che vedere con Christopher McDougall, il progetto appartiene a Eric Orton.
Scarpa che pesa intorno ai 195gr, con un apparato suola intersuola alto 13.5mm, una soletta interna rimovibile altra 3.5mm, ed un differenziale di 0mm. Da notare la divisione dell'avampiede in due sezioni, quella per l'alluce e quella per le altre dita, non certo una novità, visto che le prime scarpe Onitsuka Tiger erano fatte proprio così, e negli anni scorsi Nike ha ripreso questa soluzione per un modello di scarpe/sandalo da passeggio estive, e le Brooks Pure presetano un accenno a questa soluzione, che svincolando il movimento del pollice, dovrebeb garantire maggiore stabilità.






.

martedì 13 novembre 2012

Platypus Origin 9





La serie Origin della Platypus è costituita da diversi modelli, ideati per varie attività outdoor: trekking, trailrunning, mountanbike. Ogni modello è denominato con un numero, che ne indica la capienza. Ogni zaino è disponibile in tre colori: verde, blu, nero. E' prodotto in un unica taglia.
Abbiamo deciso di testare il modello “9 “ perché riteniamo che, grazie a questa capacità di carico, sia lo zaino più adatto per l'attività del trail running, soprattutto per quanto riguarda l'utilizzo nelle gare con lunga percorrenza, e in situazioni in cui il tempo è instabile e occorra portare con se un cambio abiti, o avere uno zaino capace di contenere gli “strati” di cui occorre liberarsi. Nonché un abbondante riserva idrica e alimentare.
Questa serie di zaini ha ricevuto nel 2011 l'onorificenza “Editor’s Choice Award” dal magazine inglese “Outdoor Enthusiast”, per le sue doti di comfort e versatilità di utilizzo. E per una sua dote unica, che risulta molto importante in un paese dove piove frequentemente: lo zaino Origin è costruito con un tessuto impermeabile, come quello usato per le giacche antipioggia, e con zip saldate , anche queste a prova d'infiltrazione, per cui è adatto ad affrontare condizioni di pioggia senza che il contenuto rischi di bagnarsi. 


 
Lo zaino pesa 497 gr. La sacca idrica , inclusa, dalla capienza di 3L, sempre prodotta dalla Platypus, pesa 164gr. Lo zaino presenta diverse opzioni dove far passare il tubo di rifornimento: sul bordo superiore, per passare sopra gli spallacci; da due fessure poste dietro le tasche della cintura.
Una volta indossato, si può apprezzare che gli spallacci sono ben fatti, larghi e ben imbottiti, risultano molto comodi per le clavicole. Sono lunghi, forse troppo, per cui , per persone con statura sui 170cm, occorre tirare al massimo le cordicelle di regolazione, perchè gli spallacci possano vestire precisi. All'estremità inferiore degli spallacci, guaine di tessuto formano tasche aderenti: in quella dello spallaccio sinistro si trova il fischietto, fissato, tramite una cordicella, ad un occhiello nascosto nella tasca. 


 
Una volta regolate misure di cintura vita e cinturino degli spallacci, e partiti a correre, si può notare che lo zaino, sia vuoto che a pieno carico, non “balla”, rimane incollato alla schiena; questa stabilità è dovuta alla vestibilità dello schienale, sul quale sono stati inseriti dei pad di un materiale che al tatto sembra lattice, e sui quali sono praticati fori di traspirazione. Questi pad sono rivestiti in tessuto, sono larghi, alti e ben posizionati, e si estendono per tutta la lunghezza del pannello, e permettono una ottima areazione della schiena, nonché evitano che il carico vada a contatto con la spina dorsale. Il pannello schienale BioCurve è stato studiato secondo parametri di ergonomia, e insieme agli spallacci garantisce sempre il massimo comfort.
La sua lunghezza è di 43cm, il bordo inferiore può andare a poggiare sotto la zona lombare a chi ha statura inferiore ai 170cm. 

 
La capienza dello scomparto esterno, apribile tramite zip con doppio cursore, permette di stiparvi molti oggetti: un baselayer, una maglia di pile, pantaloni lunghi, calzini di ricambio, un paio di guanti e un buff. Inoltre vi è una tasca in rete con zip e gancio per chiavi, dove potervi riporre il portafoglio e vari documenti.
Nello scomparto interno, dove è alloggiata la sacca idrica, si può stipare un telo termico, una eco-tazza, una confezione di cerotti per vesciche, un mini kit di pronto soccorso e una lightstick di emergenza.
La tasca esterna è costituita in materiale elastico: può risultare comodo per riporvi oggetti che occorre avere a portata di mano, senza che questi possano uscire accidentalmente; oppure vi si può riporre la giacca antipioggia quando occorre togliersela di dosso, evitando così' di metterla all'interno dello zaino a bagnarne il contenuto. Le tasche laterali della cintura, senza chiusura a zip, sono abbastanza elastiche da potervi riporre il telefono cellulare, la macchina fotografica , una pila frontale, il GPS, il roadbook, barrette alimentari e gel .
Ai bordi della tasca esterna ci sono due occhielli tramite i quali si può fissare il casco da bicicletta. Inoltre , pochi centimetri sotto i marchi Platypus, sono presenti delle fessure alle quali si possono agganciare luci di posizione, utili quando si va in bicicletta. 

 
Lo zaino presenta finiture curate nel dettaglio, offre una sensazione di alta qualità produttiva e grande robustezza.
Da aggiungere inoltre la praticità della vescica idrica, il cui tipo di apertura permette di lavarla facilmente.
Il prezzo dello zaino si aggira sui 90euro.

lunedì 5 novembre 2012

3a L'Eroica Running 04.11.2012

L'Eroica Running 2012








Mi ero preparato bene per questa gara, finalmente ad ottobre sono riuscito ad
allenarmi con regolarità, avendo superato i problemi di anemia che mi avevano
afflitto nei mesi precedenti. Un mese di allenamenti seguendo attentamente i
ritmi dettati dal cardiofrequenzimetro , per impostare un ritmo che mi
permettesse di correre sulle lunghe distanze senza affaticarmi troppo, senza
consumare troppe energie, un ritmo di allenamento sui 6min al km, per poi
arrivare ad impostare un ritmo gara più blando, correndo in pianura e
camminando le salite.
E così ho fatto.
Si parte da Prato. in macchina con Daniele ci sono i fratelli Vizzini.
Piove a Prato. Ma non è così a Gaiole. E' nuvoloso, ma la temperatura è
tiepida, un po di nebbia nelle valli Una tipica stupenda giornata d'autunno
Sono le 8, si parte con 10 min.  di ritardo, un numeroso gruppo di
partecipanti, chi per fare 21km, chi 42, e chi 65. Il mio obiettivo era proprio
la 65, ma con riserva , che se le gambe non girassero, al bivio al 21imo km, di
optare per la 42.


I primi km sono un po legato, i polpacci duri, procediamo lenti, io e Daniele,
in fondo al gruppo,  i primi 5 km d'asfalto , durante i quali inizio a soffrire
di uno strano problema ai piedi, sento formicolio alle piante dei piedi ho
ipotizzato che l'origine fosse non tanto la scarpa (ho indossato per la prima
volta le Altra Superior), quanto una cosa che ultimamente non ero abituato ad
utilizzare correndo: i calzini! me li sono tolti,  ed il problema è passato. 
Di li a poco si sono sciolti anche i polpacci, e ho iniziato a godermi il
passo che stavamo tenendo. Al quinto km si abbandona l'asfalto,  e incontriamo
la strada bianca che ci fa attraversare paesaggi collinari del chianti.
Incontriamo anche Fedele, Donatella e Salvatore sono parecchio più avanti. Il
tempo r5egge bene, ogni tanto si sente un po di quella pioggerellina fine fine,
ma è più il sudore a bagnarci!
Proseguiamo con passo adagio , ogni 5 km c'è un ristoro, non c'era poi bisogno
di portarsi dietro gel o barrette energetiche. La segnaletica è essenziale, ma
è impossibile sbagliare.
Al ristoro del 25imo km, Daniele si ferma qualche minuto in più per seguire la
sua strategia, io proseguo, fermami troppo rischio di freddarmi, sono bagnato
di sudore. Proseguo solo, mi metto gli auricolari, ascolto a basso volume di
Ozark Mountain Daredevil, musica country-folk, ottima colonna sonora lungo
queste strade immerse in questi panorami.
Accelero un po il passo, le gambe girano bene, passo di ristoro in ristoro che
nemmeno me ne accorgo, arrivo al ristoro del 40imo in 5 ore! me la sto
godendo,  è dalla Ronda Ghibellina che non raggiungevo questo chilometraggio, inizio a sentire un po di pesantezza alle gambe, decido di procedere un po camminando,
per dare un po di riposo alle gambe, la strada è ancora lunga; un paio di km e
m'aspetto di esser ripreso da Daniele, mi guardo indietro ma non lo vedo;
riprendo a correre, per superare la soglia dei 43 correndo: 5h25m! E poi,
proprio nel momento della mia piccola soddisfazione, nel momento dell'ebrezza,
arriva inevitabile la punizione divina.. durante un tratto in salita, la coscia
destra si contrae procurandomi una fitta! ohi-ohi! spero che sia solo un passo
falso, e invece ogni appoggio mi procura una fitta al muscolo nella parte
interna poco sopra il ginocchio.. smetto di correre e procedo camminando, ma
non passa,  Anzi: mi ritrovo a zoppicare.  E vado avanti, soffrendo, sperando
che camminando passi, ma non è così, anzi, camminando perdo calore, la
muscolatura si irrigidisce, e inizio anche a sentirmi stanco... aumenta la
depressione, e aumenta la sensazione di stanchezza.. è un circolo vizioso:
capisco la situazione, decido di fermarmi e riposarmi, appena trovo un punto
coperto dalla brezza del vento, e per fortuna un muricciolo dove mi siedo e
allungo le gambe, faccio un po di stretching,  aspetto che arrivi Daniele; 
passano venti minuti, e finalmente arriva, mi alzo, riprendo a corricchiare, ma
non vado tanto avanti, al ristoro successivo, mentre sto in piedi a bere,
sposto il peso sulla gamba destra,  la coscia si contrae, ho un principio di
crampi... 

  

Gli altri ripartono corrichiando, io cammino, e dopo un po trovo un
passo di corsa caricando tutto sulla gamba destra, ma dopo un paio di km sento
che sto sovraccaricando, riprendo a correre in maniera normale, passo
lentissimo, ma poco dopo ho i crampi alla gamba destra...  passati i crampi
riprendo a camminare, guardo l'orologio, calcolo che camminando potrei arrivare
al traguardo entro il tempo massimo, sono 15 km in 3 ore... Arrivo al prossimo
ristoro, sono stanco, decido di sedermi 5 minuti, mi rialzo, cerco di
camminare, ma la gamba destra non va, sto fermo in pieni, mi raffiguro
mentalmente quegli ultimi 12km, avendo studiato il profilo altimetri, ci penso
su, e mi dico che quegli ultimi km sono troppi, e non penso che ne valga la
pena. A malincuore decido di ritirarmi.  

L'album completo ad alta risoluzione:



venerdì 2 novembre 2012

Thunderbird Energetica - Barrette Energetiche Naturali

SPIRITO TRAIL • Leggi argomento - Thunderbird Energetica - Barretta






Ho scoperto questo prodotto . Direte, che sarà mai, un'altra berretta energetica...
E' fatta completamente con prodotti naturali, senza glutine, senza zuccheri aggiunti e con un involucro biodegradabile (certo, questo comunque non giustificherebbe il fatto di gettarla in mezzo alla natura, ma se la buttate nei vasi delle vostre piante, fa concime!) .

Mi piace l'idea che è fatta in modo artigianale, e non da un grande produttore alimentare/medico. Frutto dell'esperienza di due atleti impegnati in sport di endurance.
Una bella storia, di quelle "il sogno Americano".

E poi hanno un buon sapore, son facili da digerire, senza i soliti turbo-effetti collaterali....



.