mercoledì 24 agosto 2011

CANNONDALE TRAIL SL2 26" contro 29"



Logo_MBAction_pArticolo pubblicato sul numero di Marzo 2011 di MBA Italia




Approcciamo questa volta in modo diverso nella sostanza, più che nella forma, l’annosa (per alcuni... noi le idee le abbiamo molto chiare in proposito) questione di quali ruote siano meglio tra quelle da 26”, che esistono fin dall’alba della nostra storia, e le più recenti da 29”. Lo facciamo mettendoci nei panni non di chi debba fare questa analisi ma semplicemente decidere quale tra due bici (altrimenti identiche) comprare, una volta entrato nel salone di un concessionario ben fornito!



La scelta è caduta su uno dei marchi più diffusi ed apprezzati nel nostro mercato, Cannondale, visto che nel proprio valente catalogo annovera anche una bici come la Trail SL 2 proposta sia con ruote da 26 che da 29 pollici.




PRINCIPI DI BASE



Le Trail SL 2 sono front pensate per fornire un prodotto affidabile, sicuro, performante il giusto e divertente nell’uso al biker che non possa spendere cifre importanti, così come soddisfare il classico principiante che con questo acquisto desidera provare a cimentarsi con il nostro sport e passione.

Non si tratta pertanto di mezzi sofisticati e leggeri, ma nemmeno pongono di fronte a limiti oggettivi in quello che sia un normale utilizzo sui percorsi cross-country/trailride.




REALIZZAZIONE
La costruzione dei telai utilizza un alluminio di qualità ed un disegno classico nell’apparenza ma arricchito invece di diverse soluzioni ricercate, a partire dalla profilatura di ogni singola tubazione in funzione delle effettive direzioni delle proprie principali sollecitazioni, compresi foderi verticali sagomati per esaltarne l’assorbimento degli urti trasmessi altrimenti dal terreno dissestato, arrivando fino alla pregiata tubazione sterzo sovradimensionata al punto da accogliere cuscinetteria da 1,5” anche superiormente.

MONTAGGIO
Sono state operate scelte conservative, con trasmissioni da 3 x 9 velocità differenziate dalla cassetta pignoni, così da compensare il superiore sviluppo metrico della ruota più grande in diametro.

Emergono alcune lievi differenze per la 26’er tra l’assemblaggio scelto negli Stati Uniti e quello invece adottato in Europa, con la sola eccezione della scelta fatta per le gomme, davvero determinante in questo caso. In Italia la versione con ruote da 26 pollici viene proposta infatti con delle Schwalbe decisamente più pesanti (vedi scheda) delle Kenda presenti invece di serie nel modello commercializzato negli USA e nelle 29’er (sia in America che anche in Europa).

Dato che il confronto è stato effettuato presso la nostra sede in California, è ovvio il vantaggio a favore della 26’er in termini di peso della ruota e questo renderà poi ancora più interessanti le considerazioni finali.

Le Trail SL 2 risultano infatti sostanzialmente identiche nel confronto fatto, ad eccezione ovviamente di quanto concerne il diametro ruote ed alcune quote geometriche.

SUL CAMPO
Prima di dare il via al confronto diretto le regolazioni si sono limitate al SAG forcella, settato per entrambe al 20%.

IN SELLA
Trail SL 2: persino il manubrio è identico in larghezza tra i due modelli e tutto si rivela confortevole e spazioso il dovuto. Si avverte invece un movimento centrale abbastanza basso, ma la cosa è stata voluta per far sentire più a suo agio un eventuale principiante.
Trail SL 29’er 2: identica in ogni aspetto, ovvero anche nella lunghezza dell’orizzontale e nell’inclinazione dello sterzo, fa notare pertanto in modo più avvertibile la sua superiore altezza da terra, determinata dalle geometrie che le ruote più grandi suggeriscono. In ogni caso il movimento centrale si trova più in basso della linea che congiunge gli assi ruota, rispetto alla 26’er.

La forcella con escursione inferiore compensa in parte la maggiore altezza alla quale finirebbe con il trovarsi il manubrio, al punto da non aver sentito l’esigenza di girare in negativo il suo attacco. Il movimento centrale più alto da terra solleva poi anche la sella, contribuendo nel ricreare in sostanza lo stesso dislivello in altezza tra la sella stessa ed il manubrio che si ha con la 26’er. Si è quindi seduti più in alto, ma gli assi ruota di quasi 4 cm più distanti dal suolo fanno sentire il biker più “dentro la bici” che “sopra” alla stessa.



IN PEDALATA

Trail SL 2: la risposta alla spinta sui pedali è piena ed anche sorprendente, considerando la massa del mezzo... un segno evidente di una struttura rigida torsionalmente. Per ciò che concerne invece la trasmissione delle asperità del fondo la 26’er le fa avvertire in modo evidente, nonostante l’opera di smorzamento da parte dei foderi superiori. Ci si deve pertanto impegnare nella guida al fine di scegliere bene dove far passare le ruote. Se il fondo è invece più dissestato della media ci si deve per forza alzare in piedi sui pedali.

Trail SL 29’er 2: la 29’er è più lenta nell’acquistare la velocità ricercata, ma è più lenta anche nel perderla a causa delle asperità... e sia perché queste sono automaticamente più piccole rispetto al diametro, sia per effetto soprattutto della propria maggior inerzia. In sella ad essa si viaggia poi decisamente più rilassati, nel senso che non ci si cura più di cosa stia passando sotto alle ruote, pedalando per i percorsi cross-country/trailride più classici. La differenza di comfort non è poca cosa, ma estrema e lo stesso vale per la facilità nel mantenimento del proprio ritmo, anzi... di uno superiore a quello in sella alla 26’er.

Qualcuno potrà comunque trovare più vivace e nervosa “in positivo” la risposta di una mtb con ruote più piccole, e si tratta di una valutazione rispettabile, ma il riscontro oggettivo è quello riportato ed è indipendente da qualsiasi fattore legato al puro divertimento.

GUIDABILITÀ
Trail SL 2: agilissima, sebbene sia volutamente priva di quella nervosità più tipica di un mezzo agonistico, in virtù non soltanto del largo manubrio ma anche dell’angolo più rilassato dello sterzo. Sfoggia quindi una guidabilità perfetta per un trailbiker che ami volare nei singletrack più tortuosi, sfruttando anche la propria elevata propensione al rilancio dell’andatura.

Trail SL 29’er 2: l’inerzia più elevata delle ruote, la sua avancorsa superiore (non compensata con un angolo sterzo più verticale) e l’interasse più lungo rallentano inevitabilmente la prontezza di sterzata. Si tratta di una differenza avvertibile ma che è più una caratteristica che un limite effettivo, dato che nei singletrack appena citati la 29’er fa comunque valere velocità di percorrenza delle curve superiori, in ragione della sua maggior impronta a terra e presa sul fondo, oltre a non farsi rallentare in egual misura da rocce e radici, così da aver meno bisogno di quei rilanci che invece la porrebbero in una posizione di svantaggio evidente.

IN SALITA
Trail SL 2: la ridotta tassellatura delle Kenda Small Block Eight è un piacere nei percorsi veloci e scorrevoli, ma non nelle salite sui fondi non compatti... dove basta davvero poco a farla slittare. Diventa quindi determinante distribuire sempre il proprio peso in modo ottimale rispetto alle pendenze, se non si vuole mettere il piede a terra. Se la cava comunque bene, soprattutto se può rilanciare l’andatura.
Trail SL 29’er 2: la stessa gomma che sulla 26’er aveva mostrato subito i propri limiti non sembra nemmeno una sua lontana parente nella 29’er, dato che sarà molto difficile farle perdere aderenza.

Non è richiesto quindi nemmeno lo stesso impegno nella distribuzione del peso tra le due ruote, grazie anche al bilanciamento garantito dal passo più lungo e dagli assi ruota più alti da terra. Il maggior diametro permette poi di non piantarsi su radici, canaline di scolo ed altri dei più classici ostacoli che si possano incontrare uscendo in sella alla propria mountain bike.

Mostra il fianco soltanto quando ci sia da attaccare rilanciando frequentemente l’andatura.

(In foto: Identiche, tranne... le ruote! Non c’è un modo migliore per stabilire quale sia la soluzione ideale che provare mtb davvero uguali negli stessi percorsi, soprattutto quando si sappia anche bene come se la cavino gli altri tester e si possa notare subito quanto cambi il loro modo di andare in bici a seconda del modello effettivamente in uso in quel momento. A chi non è mai capitato di vedere un amico volare o quasi, dopo un cambio di bici? E non vale più di mille parole?)



IN DISCESA
Trail SL 2: la rigidezza strutturale del telaio e del granitico avantreno sono di grande aiuto, ma alla guida di una front in alluminio bisogna far ricorso a tutta la guidabilità che il mezzo garantisce per scegliere con molta cura dove mettere le ruote, specialmente montando gomme dai tasselli poco pronunciati come le Small Block Eight.

È infine necessario stare sempre in piedi sui pedali e piegati su gambe e braccia, senza irrigidire il tronco però.
Trail SL 29’er 2: è tutto un altro mondo... Difficile far deviare dalla propria traiettoria le stabilissime ruote da 29”, così come non è necessario serpeggiare tra gli ostacoli come invece lo è alla guida della 26’er. Il grip fornito dalle Kenda si rivela senza dubbio rassicurante con la 29’er e non abbiamo mai avvertito il bisogno di montare coperture più aggressive, come ad esempio delle Nevegal. Alzandosi in piedi sui pedali si è comunque più dentro il mezzo e ciò offre una confidenza di ben altro livello.

IN FRENATA
Trail SL 2: potenza e modulabilità sono state all’altezza della situazione, sebbene al posteriore abbiamo dovuto fare i conti con il poco mordente delle Small Block Eight e la loro tendenza al bloccaggio.
Trail SL 29’er 2: una ruota più grande esercita più leva sul disco, se questo è dello stesso diametro. La 29’er quindi avrebbe dovuto essere equipaggiata di dischi più grandi, almeno all’anteriore. Non è stato così è l’impianto montato ci ha soddisfatto meno, ma la frenata è stata in ogni caso più sfruttabile, data la maggior aderenza su entrambe le ruote, specialmente al posteriore.

APPUNTI
Trail SL 2: per garantirvi tutt’altra sicurezza in discesa consigliamo di optare alla prima occasione per delle gomme più tassellate, trasformandole inoltre in tubeless.
Trail SL 29’er 2: non è necessario passare per forza a tassellature più aggressive in questo caso, anche se non si possono negarne i vantaggi in discesa montandone una anche soltanto all’anteriore. Trasformate invece ugualmente le gomme in tubeless, ma soprattutto cambiate il disco davanti con uno di diametro immediatamente superiore.
Non siamo riusciti infine a manovrare il pomello della frenatura in estensione della forcella RST e siamo stati quindi obbligati ad utilizzare una chiave a brugola, ma non è detto che sia per forza una nota negativa, specialmente se chi ha acquistato la Trail SL 2 è un principiante, dato che eviterà così di chiudere troppo la frenatura per sbaglio (e succede anche ai più esperti... statene tranquilli).

CONCLUSIONI
Indubbiamente sia l’una che l’altra hanno pregi e difetti, o vantaggi e svantaggi... se preferite, ma diremmo non sia il caso di entrare nuovamente in questa eterna diatriba di una certa inconcludenza, se non soltanto per un approfondimento post-sentenza! Partendo infatti dal più che logico presupposto di poter comprare, o anzi... sarà meglio dire “pedalare solo una bici alla volta”, la nostra preferenza tra le Cannondale considerate va senza alcuna ombra di dubbio alla 29’er.

Mettendosi nei panni di un principiante la differenza è poi ancora più netta e il vantaggio diventa addirittura più evidente per i clienti europei della Cannondale, dato quanto l’infelice scelta operata localmente per le coperture annulli in buona sostanza i vantaggi residui della 26’er e renda quindi abissale il vantaggio finale a favore della 29’er.
In sella a quest’ultima si gode comunque di un comfort e di una sicurezza di guida decisamente superiori ed ai quali i sostenitori delle ruote più piccole possono controbattere con valide ragioni, quali il divertimento concesso da una maggior reattività e dagli ingombri ridotti. Con il formato classico è più facile impennare, fare un bunny-hop ed affrontare anche un pump-track... non c’è dubbio.
In sostanza potremmo anche argomentare all’infinito, come premesso, e la domanda è sempre e soltanto una sola: “Ma quale compro?”

La risposta?

Ugualmente sempre e soltanto una sola: “La 29’er!”

domenica 21 agosto 2011

Scarpa da Trail: Montrail Bajada


Montrail Bajada

Di seguito traduco una recensione pubblicata il 2 Agosto 2011 sul www.irunfar.com, scritta da Bryon Powell, sull'ultimo modello di scarpa da trail della Montrail, le Bajada, che sarà in commercio la prossima primavera.

Montrail Bajada versione maschile


"Sono stato fortunato di testare due versioni della Montrail Bajada - o come le chiamo io qualche volta, le Cascadia Killer- durante la 100 miglia Wstern States. Mi piace questa scarpa che dovrebbe essere messa in commercio non prima di Febbraio 2012.
Potete pensare alla Bajada come una più "grande" Rogue Racers. Come la Rogue Racers, la Bajada è molto leggere e altamente traspirante. Ma una serie di inserti sulla tomaia e una differente intersuola fanno sentire questa scarpa come più supportiva senza che questo comporti una maggiore rigidità. Questo fa si che la Bajada, a differenza delle Rogue Racer, possa essere usata anche per correre gare da 100miglia. Tant'è che non ho restituito la scarpa test alla Montrail in quanto la userò per affrontare l'Ultra Trail del Monte Bianco.


Montrail Bajada versione femminile
Tomaia
La tomaia della Bajada è simile a quello della Rogue Racers, ma degli inserti in materiale sintetico e le protezioni in TPU provvedono ad avvolgere meglio il piede. Soprattutto la protezione al tallone è più robusta, rispetto a quello delle Rogue; e anche le protezioni laterali e al puntale offrono una maggiore protezione, utile su percorsi tecnici. Nonostante sia caratterizzata da queste aggiunte, la Bajada rimane una scarpa ben traspirante.
Inoltre la forma della tomaia della Bajada è più ampia rispetto a quella della Rogue, e anche un po più alta in zona tallone e all'avampiede, e questo la rende più adatta alle gare di endurance



Intersuole/Suola
Nella Bajada si mantiene lo stesso standard Montrail per quanto riguarda il differenziale tra tallone-avampiede, che misura 10mm: l'altezza all'avampiede è di 10mm, al tallone di 20mm; rispetto alla Rogue Racers l'intersuola è un po più spessa. Questo si traduce in un maggior peso della Bajada (284gr) rispetto alla Rogue (255gr), ma è anche il motivo per cui è anche più stabile. Questa scarpa non è dotata della Placca Trail Shield ( come invece altri modelli della Montrail)
I tasselli della suola sono più pronunciati e più distanziati rispetto a quelli della Rogue Racer, e questo garantisce una maggior tenuta su terreni viscidi e friabili, e una maggior capacità di liberarsi da fango e detriti



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domenica 7 agosto 2011

Mizuno Precision 12



Un amico che le ha comprate e non ne è rimasto soddisfatto, mi ha detto che potevo provarle. e se mi piacevano, me le avrebeb vendute a un prezzo ragionevole.
Io le ho provato, ma non capisco come mai a lui non piacciono, ed anzi gli ho detto che forse non sono le scarpe, ma lui, in questo periodo, a non avere il giusto feeling con la corsa, e di riprovarle tra un mesetto.
Io le ho provate ed ho avuto buone sensazioni da questa scarpa: rimangono invariate le sue caratteristiche di leggerezza (285gr) e di calzata (io uso ancora un paio di Precision 9), reattività e discreta ammortizzazione al tallone, con un intersuola non esageratamente morbida, per niente pastosa. Quel che mi ha colpito di più è stato questo nuovo mesh: già al momento della calzata, mi dava una sensazione di freschezza, sentivo il piede "libero", respirare bene. E questa sensazione l'ho avuta anche durante al corsa. Tra l'altro, questo tipo di mesh sembra essere anche più resistente, e penso sia questo il motivo per cui è stato possibile liberare la tomaia da tutti quei rinforzi in tessuto sintetico, e restituire a questa scarpa il design pulito che avevano le mitiche Precision8.
Trovo che questo particolare sia una bella evoluzione per quello che è, a mio parere, il modello migliore tra le scarpe neutre della Mizuno, come giusto compromesso di confort e prestazione.



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