lunedì 27 dicembre 2010

PANTALONCINI ENDURA SINGLETRACK



Durante il periodo estivo  in cui mi allenavo in MTB, ho sentito l'esigenza di comprarmi dei pantaloncini tecnici che mi permettessero anche di portare dietro i vari oggetti della vita quotidiana (cellulare, portafoglio..) e quindi, navigando su internet, ho trovato questi pantaloncini dellla Endura, fatti con materiale Cordura, un materiale molto resistente e anche dotato di buone capacità idrorepellenti. Il cordura di questo articolo, ho appreso da blog di ciclisti, è più leggero e morbido del normale cordura.


Questi pantaloncini arrivano al ginocchio, sono dotati di zip sulle coscia che aprono prese d'aria e sono dotate di diverse tasche, davanti e dietro, con chiusura a velcro.
Quello che poi mi ha interessato è la cintura: come si vede dall'immagine, è regolabile , oltre che frontalmente, anche ai lati, permettendo così una tenuta ottimale senza dover stringere troppo. 
Mi ci sono trovato bene, e ho pensato anche di usarli per correre.
Sono un po più pesanti di un normale pantaloncino da running, e forse non adatti a un clima primaverile/estivo, ma, poichè in questo periodo invernale non ho bisogno di portarmi dietro riserva idrica col marsupio della Golite, questi pantaloncini mi risolvono il problema dello "stivaggio":   le tasche dietro sono molto profonde, ci ho potuto mettere i guanti, i buff, "succhini" di sali minerali e miele, fazzoletti di carta, il portafoglio (penso che molti abbiano sempre il dilemma sul dove lasciarlo, una volta cambiati per andare a correre..) e davanti, all'interno della tasca sinistra, c'è un'altra piccola tasca dove mettere cellulare e chiavi della macchina! Il tutto senza che questi oggetti mi procurassero fastidio nel movimento della corsa, sballonzolando: anzi, non sembrava nemmeno di avere dentro tutta questa roba!

domenica 26 dicembre 2010

4 Eco-Mezza Maratona della Valdorcia, Pienza (SI) 26.12.2010

Web Album  http://picasaweb.google.com/116060748355297972605/4EcoMezzaMaratonaDellaValdorcia#

Ed eccoci finalmente di nuovo a Pienza, ad affrontare la 4 Ecom-Mezza Maratona della Valdorcia, un appuntamento imperdibile del trail running in Toscana, sia per i luoghi. che per il percorso, che prometteva cambiamenti. Grigiotti e Del Piero, e la Uisp di Chianciano, hanno mantenuto le promesse!
Le previsioni meteo promettevano freddo e pioggia, e invece, al momento della partenza, il cielo si è aperto, e il sole ci ha accompagnato per tutta la mattinata, illuminando i panorami tutt'intorno, godibili da quei tratti  di strada bianca in cresta di collina  che hanno sostituito quelle parti di percorso un tempo in asfalto. E di asfalto ce ne rimasto veramente poco,  inevitabile, di raccordo tra i sentieri. Al massimo un chilometro e mezzo.







Percorso sempre corribile, godibile. Abbiamo trovato pure tratti fangosi, del tipico fango di creta senese, quello che ti inchioda al terreno e ti strappa via le scarpe, è stato divertente.

Sono partito con un buon ritmo, ho percorso molto bene i primi 14 km, poi ho iniziato a soffrire al piede destro, sotto l'alluce. Forse dovuto all'errore di aver indossato le scarpe La Sportiva WildCat, aspettandomi molto più fango e per tratti più lunghi, quando invece avrei potuto tranquillamente indossare normali scarpe da strada!! Le Wildcat sono molto protettive e forse un po troppo rigide sull'avampiede, e questo, su percorsi battuti, privi di avvallamenti e asperità, è una caratteristica inutile e forse proprio per questo deleteria al mio piede!
Gli ultimi 3km sono stati un vero calvario, correndo zoppicando, incapace di rullare il piede, anche solo di poggiare l'avampiede, forzando tutto sulla gamba destra. Questa andatura innaturale mi ha comunque portato a soffrire di crampi al polpaccio destro!

Ma sono comunque contento del risultato. Avrei potuto tranquillamente finirla sotto le due ore, non fosse stato per quel problema.
E, soprattutto, dopo la gara, ho potuto misurare la differenza del mio stato di preparazione rispetto ad un anno fa, quando, a fine gara, e per tutto il pomeriggio, le gambe soffrivano la stanchezza, erano completamente irrigidite.







giovedì 16 dicembre 2010

Edizione "UNO" del Marathon Trail del Montalbano MTDM2010, 11&12 Dicembre 2010

E' sabato sera, il sole cala all'orizzonte, dopo una bella tipica limpida giornata invernale. E' freddo, ci troviamo al bar PIT STOP, luogo di incontro dei partecipanti, e pochi metri più in là, alle 18:00, Marco Canizzaro ci raduna sulla linea di partenza, spiegandoci di stare attenti alle segnaletica predisposta all'appuntamento. Non c'è vento, menomale. Un insidia che mi renderebbe più ostica la corsa, peggio del freddo. Soffrò di un leggero affaticamento alla schiena, nella zona lombare, dovuta a carichi specifici fatti in palestra durante la settimana, proprio per rinforzare la zona. Sto pagando un po il lavoro fatto. Non sono sicuro he correre potrà farmi bene, ma sono solo 13km, se va male un'ora e mezzo di fatica. Ce la posso fare. E così parto, mi riscaldo un po, le gambe reagiscono bene;  le salite iniziali, e quelle successive, non mi portano a forzare, per cui , eccetto in quei punti dove il percorso abbandona lo sterrato per diventare asfalto, riesco a far girare bene le gambe.
Arrivo al traguardo in 1h17min, buon tempo, senza spingere. In fondo sono contento, ho superato bene la prova, e mi godo una sana cena.
Putroppo però durante la notte la schiena si fa sentire, e la domenica mattina, sedere in auto con Fedele, mentre ci rechiamo a Capraia per affrontare i restanti 30km, sento la schiena legata.
Beh, mi dico che farò come sempre, secondo la mia regola che se qualcosa non gira ancora bene dopo i primi 4-5km, o mezz'ora di corsa che sia, mi fermo. Meglio non correre su qualche cosa (muscolo o articolazione che sia) che è "teso", per non portarlo al  sovraccarico,  al rischio di infortunio.
E così parto senza zaino idrico o cintura idrica, la mia schiena stamani non sopporta sovrappesi. E comunque, due ristori lungo i 30km, in una giornata fredda, sono più che sufficienti.
L'avevo detto a Fedele, prima di partire : oggi ritmo da 4h30, se riesco a tenerlo.
Putroppo, pochi chilometri e la schiena non si "scioglie", le salite non riesco a spingere, e neppure le discese mi vanno a genio. No, non posso continuare a questo passo, 5km in 30min, almeno altre 4h di fatica che rischia di compromettere tutto il lavoro che sto facendo in questo periodo di preparazione invernale in palestra: un infortunio ora, uno stop, e perdo tutti i benefici che questa preparazione dovrebbe darmi nel prossimo periodo, quando sarà assimilata.
Quindi mi fermo, e torno mesto alla partenza, a farmi una doccia, aspettando poi l'arrivo di tutti gli altri partecipanti, e pranzare insieme agli amici.

Per la cronaca la prima tappa ha visto tagliare il
traguardo x la prima classifica provvisoria Gianni Ciafardini davanti a
Josef Mussi e Stefano Lander in campo maschile e Camelia Barboi davanti a
Maria Giovanna Cerutti e Cristina Maestrelli in campo femminile.
Nella seconda tappa Marco Bitossi davanti a Josef Mussi e Alberto
Bambini in campo maschile, Camelia Barboi davanti a Maria Giovanna
Cerutti e Jessica Giovannini in campo femminile.



lunedì 6 dicembre 2010

1° Trail "Fra le Colline di Valdrambra", 05/12/10, Bucine(AR)

Web Album http://picasaweb.google.com/116060748355297972605/TrailValdambra05122010BucineAR#

Ed eccoci al primo appuntamento del Winter Trail ToscoRomagnolo, organizzata da  la Polisportiva Rinascita Montevarchi, di cui fa parte Filippo Pedrazzini.
Nella fredda mattinata invernale, siamo partiti da Ambra attraversando le tipiche valli toscane, contornate da dolci rilievi sui quali si ergono piccoli borghi, alcuni un po dimenticati, altri in fase di "restauro", altri che sono dei piccoli gioielli. Solo un paio di chilometri d'asfalto, il tratto iniziale che poi è stata anche quello finale, poi sempre se e giù per sentieri e tratturi, 28 km mai piatti, mai noiosi. Un bel percorso, senza tratti tecnici difficili o pericolosi, solo un ultima discesa finale resa insidiosa dalla presenza del fango. I ristori piazzati nei punti giusti, forniti di sali e anche di dolci e crostate: non che ce ne fosse bisogno, ma hanno fatto molto piacere! Ottimo il pasta party finale, penne in tre condimenti diversi, affettati, formaggio, fett'unta e vinello.

Sono parito insieme a Fedele,  che dopo il ChiantiTrail ci ha preso gusto a calcare lo sterrato, dimostrandosi corridore molto tenace. Abbiamo mantenuto un ritmo basso; per guardare il paesaggio abbiamo sbagliato pure strada, allungando l'uscita a 31km, contro i 28 del percorso, e ci abbiamo impiegato un tempo 3h59min pe arrivare al traguardo: un buon tempo, tutto sommato. Sono arrivato "riposato", senza sentirmi stanco, avendo proceduto con ritmo, ma mai tirando. Forse avrei potuto impiegarci davvero 3h30, se non avessi aggiunto quei 3km in più, se avessi corso anche le salite: ma che importa del tempo! bella giornata, aria buona, finalmente ho pure trovato il giusto compromesso di vestiario, che non mi ha fatto soffrire il freddo e nemmeno sudare troppo. Mai raggiunto livello di crampi, cosa che era avvenuto a Varese, al Trail delle Terre di Mezzo: proprio perchè il percorso del Valdambra non presentava tratti in piano troppo lunghi, che non costringevano ad un passo monotono.  Sempre insieme a Fedele, proprio per essere presente nel caso lui avesse avuto questa difficoltà: lui ha sì corso il ChiantiTrail, che è un percorso più lungo, ma, come lui stesso ha ammesso, nell'insieme il Valdrambra è più duro; come mi immaginavo. E' invece Fedele è arrivato bene al traguardo. Ha poi patito un po di stanchezza a muscoli freddi, dopo la doccia, al punto di trovarsi in difficoltà a salire o scendere una scalinata: quanto lo capisco, ancora freschi i miei ricordi di qui momenti, lo scorso inverno! Correre con Fedele mi ha ricordato di come ero io stesso proprio in questi momenti, e di quanto sia migliorato, non tanto nella prestazioni velocistica (di cui poco mi importa), ma nello stato di forma, di salute generale. E spero che i miei racconti riguardo le mie prime esperienze possano averlo "consolato" sul fatto che certe "crisi" sono normali, per chi affronta da poco il Trail. 
E' bello che anche lui affronti queste avventure con lo spirito giusto, del migliorarsi per star bene: come si può vedere da questa foto, Fedele è animato da ambizioni competitive...



Una giornata sana e molto costruttiva. W il Trail!!!







giovedì 2 dicembre 2010

MEETING ALBISOLA, 27-28 Novembre 2010

LINEE GUIDA TRAIL
http://www.spiritotrail.it/files/Linee_guida_trail_2010.pdf




Beh, quest'anno ho avuto modo di partecipare a due importanti incontri sul tema del Trail, quello organizzato da Uips lo scorso settembre, e questo di Albisola.
Molte le differenze: a Rimini, tra i presenti, eravamo in pochi a praticare trail, e gli altri cercavano di capire il mondo del trail, con le sue "strutture" pre-durante-dopo gara, molto differenti da quelle dell'ambiente bituminoso... Briefing, controlli materiale, sicurezza durante gara, terzo tempo... Il trail è un bel "circo" di matti, divertente, ma molto impegnativo!
A Rimini sono state presentate da Aurelio Michelangeli delle Linee Guida, molto sensate, approfondibili, migliorabili.

Ad Albisola -tutti trail runners :-)- i partecipanti sono ritornati a confrontarsi con quegli stessi argomenti affrontati/stabiliti a Morfasso, e, nonostante tutta l'esperienza maturata da tutti in
questi anni, è stato riscontrato un d'accordo con quanto era già stato stabilito allora, con in più il bisogno di molti, nato da una nuova auto- comprensione, che era il momento di fare un passo di "maturità": quella di unirsi una "associazione".
Non sono in grado di capire l'importanza di questo passo, visto che in fondo, al di là di quello che è un processo formale, delle sigle o quant'altro, tra i presenti, già esiste una associazione (condivisione) nel sentimento che spinge tutti al trail, e la volontà di condividere le proprie esperienze per migliorare questo mondo.

I punti delle Linee Guida sottoscritte dagli organizzatori sono pienamente condivisibili, ma manca una cosa secondo me importante.

Per rappresentarla devo fare una piccola digressione..

Mi è dispiaciuto molto tutta la discussione, alla fine inutile, di definire il Trail, sulla base di percentuali di sentiero/strada, singletrack/campo, altimetria... la discussione ha portato tutti un po "sul sentiero di guerra"...

e poi mi ritorna in mente di nuovo la domanda postami dallo "stradista": "icchell'è il trail?"....

Bene, da quanto ho capito, al di là di tutte le "specifiche" attribuibili, il trail è correre per sentieri.

Che cos'è un sentiero? Wikipedia risponde :

"L'unica definizione giuridica di sentiero la troviamo nel Codice della strada il quale, all'articolo 3 (Definizioni stradali e di traffico), comma primo, n. 48, lo definisce: "Sentiero (o mulattiera o tratturo): strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni e di animali"

L'unica definizione di sentiero ci è data dal CODICE DELLA STRADA!!!!

Riflettere su questo paradosso, ci porta a considerare la differenza sostanziale tra le gare su strada e trail, che è proprio quella relativa alla gestione del percorso, della sicurezza, e in base a questo trattare le probeblematiche risultanti: segnaletica, roadbook, chechkpoint , servizio scopa, modalità di disimpegno di fronte a situazioni ambientali avverse...
Questi temi sono stati affrontati al meeting, e hanno trovato una buona regolamentazione, come esplicata nelle Linee Guida.

Ma è mancata la riflessione sul cercare di capire quali sono i limiti - oltre quelli ambientali- relativi al "partecipante" : limiti fisici oltre i quali non si può andare, di fronte ai quali fermare un atleta, contro la sua volontà, nel rispetto della sua stessa salute. E, soprattutto, i limiti in base ai quali permettere ad un atleta di partecipare. Questa è la fondamentale forma di PREVENZIONE in ambito di sicurezza.

Trail per tutti, ma con criterio.

Va bene il metodo dei colori... ma solo se ai colori vengono attribuiti parametri che consentono l'accesso o meno agli atleti per poter partecipare ad un determinato-colorato evento, senza lasciare questa decisione al libero arbitrio dell'atleta.

Su questo Uisp , grazie al lavoro di Aurelio, Elio e Kappadocio, è, a mio parere, un passo avanti, con la formulazione di una scheda tecnica di sicurezza attraverso la quale stabilire il livello di difficoltà di un percorso, a seconda della presenza di alcune caratteristiche, e con la classificazione di tre tipi di trail secondo la quale solo un tipo di atleta, con determinate capacità fisiche dimostrate in precedenti esperienze e con un determinato bagaglio di attrezzatura tecnica, può partecipare a un determinato evento.


Mi si potrò "additare" il fatto che avrei potuto suggerire di affrontare questo argomento.. è vero. Ma a questo meeting, come a quello Uisp, mi sono presentato come "osservatore", "storico".
A riguardo di questo tema, già precedentemente in altri post del forum ST ho detto la mia , esprimendo la mia pregiudiziale stima verso chi impediesce ad un atleta di partecipare ad un trail, nel suo stesso interesse, non riscontrando in lui i requisiti per potervi partecipare. E diciamo la verità: questa è una cosa utile anche nell'interesse dell'organizzatore, e di tutti gli altri partecipanti ai quali potrebbe venire a mancare il soccorso per colpa di uno o più "improvvisati" trail runner....