sabato 15 novembre 2008

Mente e Corsa



LA "NON MENTE" NELLA CORSA DI LUNGA DISTANZA
(commenti dal libro "Lo Zen e l'arte della spada")


Prof. Antonacci Ignazio - www.runningzen.it

La corsa comeho sempre definito in diversi articoli non è solo gambe, non è solo uncorpo che si muove, ma è anche una mente o meglio una "non mente" chevive emozioni; uno spirito che assapora le innumerevoli emozionivissute durante la corsa.

Per noi occidentali alcune filosofie, pensieri, aforismi zen non liconcepiamo, o per lo meno diviene difficile assaporarne il significato,ma come accade nei "koan zen : versi che non hanno un significatologico", non è importante capire.
Ogni podista avrà sperimentato sulla sua pelle quello stato mentale incui "non si pensa a nulla", le gambe girano a mille, e la mente èleggera immersa nei suoi sogni e immaginazioni. Quello stato di "Trans"è definito dai Buddisti, dalla cultura Zen come uno stato di "NON-MENTE, NON-PENSIERO"…

C'è un libro che esprime in maniera pratica e concisa questo concetto, il libro è "Lo Zen e l'arte della Spada", Takuan Soho - Oscar Mondatori.
Secondo la pratica Buddista c'è un "luogo di stallo ove la mente siferma, nell'ambito delle arti marziali è osservare la spada inmovimento mentre sta per colpire. La mente, fissa, si preoccupa dellaspada in sé, e non permette ai movimenti dello spadaccino di esseriliberi".
Nell'ambito della corsa questo "luogo di stallo"può essere ascoltare la fatica, essere offuscati dai pensieri negativipre e durante la gara, non esprimendosi al meglio , ma sentirsi"legati"… non liberi di far scorrere la propria energia!

Secondo l'autore, "bisogna fare in modo che la mente non venga trattenuta dalla visione della spada (dai pensieri negativi durante la corsa) chesta per colpire. Occorre, altresì entrare in sintonia con il ritmodella spada che avanza. Se non si permette che nascono pregiudizi oriflessioni, se la mente non è invasa totalmente, allora si potràintervenire nell'azione dell'avversario".

Per noi podisti tutto ciò cosa significa? Significa che se non siamocompletamente immersi nei nostri pensieri negativi, se le nostreriflessioni pre e durante la gara non offuscano la mente, avremo lapossibilità di liberarcene e poter correre con leggerezza e più a lungopossibile.
Inoltre in questo libro si evidenzia un altro concetto della "menteimmutabile". "La mente è immutabile quando vede senza guardare". Perguardare la mente si deve fermare, e quando si ferma su qualcosa(pensieri negativi in gara, disturbi fisici , ecc) trattiene diversecose in sé.

"Quando si è di fronte a un albero, se si guarda una sola della tante foglie rosse, non si vedranno tutte le altre".
Praticamente durante la corsa se la mente si focalizzerà su un solopensiero negativo (tensione muscolare, ritmo che rallenta), non avràmodo di vivere la corsa positivamente e sarà offuscata togliendoenergia al corpo fisico.

C'è nel libro un altro concetto che ci fa capire come la mente èfondamentale nella gestione della fatica, nel non soccombere aipensieri negativi. Si parla di "dove si pone la mente".

L'autore dice:
  • Se si pone la mente nell'azione del corpo dell'avversario, la mente ne sarà soggiogata".
  • Se si pone la mente nella spada dell'avversario, la mente ne sarà soggiogata".
  • Se si pone la mente nel proprio pensiero di come colpire l'avversario la mente ne sarà soggiogata".
La mente non deve essere messa da nessuna parte, in nessun luogo, cioèla mente non deve focalizzarsi su nulla, e quindi bisogna lasciare daparte i pensieri negativi, solo cos'ì la mente sarà libera di andaredove vorrà senza lasciare traccia sul nostro corpo.Per percorrere 42km195mt c'è necessità possedere una condizione di"Non-Mente", quando la mente è libera dai pensieri è detta mente della"Non - Mente", del "non - pensiero".

Quando un pensiero occupa la mente , anche se si sentono le parole(incitamento della gente), non si è in grado di capirle e apprezzarle.Ciò che è nella mente è il pensiero, se si è in grado di rimuoverlo, lamente diventerà "Non - Mente", agirà all'occorrenza. Se non si pensa lamente si libererà da sola.

Molte volte il fattore limitante per preparare una Maratona e perpercorrerla è dato dalla mente, non dal corpo. La mente decide quando,come e se affrontare una Maratona, il corpo non fa altro che ascoltareed ubbidire alla "mente che mente". Quando saremo in grado di non farpenetrare pensieri forvianti nella mente, acquisendo una mente"Non-Mente", allora saremo in grado di andare "oltre i nostri limiti".La meditazione, il training mentale, il training autogeno sono tuttetecniche che servono a tale scopo, ad allontanare dalla mente ipensieri negativi, a trovare il "vuoto mentale", e far rendere almassimo il proprio corpo.

domenica 19 ottobre 2008

Perchè non correre.


"Correre o trombare?"  di Bibe, da www.obiettivomaratona.it

Quando corri sei solo. Se corri con qualcuno, è inevitabile che si cerchi di correre più veloci dell’altro. Al contrario, trombando si cerca sempre di raggiungere la meta insieme. Pertanto, trombare sviluppa il lavoro di gruppo e combatte l’egoismo. Correre no.

Per correre è necessario l’acquisto di molti indumenti, anche costosi. Per trombare è invece sufficiente togliere gli indumenti che si indossano. Si evince quindi che trombare sviluppa il senso del risparmio e combatte il consumismo sfrenato. Correre no.

Per correre è necessario alzarsi dal letto. Per trombare è tutto il contrario: tutti sappiamo che nel letto si tromba meglio che in qualsiasi altro posto. Quindi trombare è un modo per esercitarsi nel posto migliore. Correre no.

Correre esige grande sforzo, in cambio di poco piacere. Trombare da invece un enorme piacere col minimo sforzo. Scopriamo che trombando otteniamo il massimo col minimo sforzo. Correndo no.

Dopo la corsa normalmente ci si ritrova di malumore a causa della stanchezza e delle ginocchia doloranti. Al contrario, dopo una trombata ci troviamo con un sorriso che va da un orecchio all’altro. È chiaro che trombando scopriamo l’allegria del vivere. Correndo no.

Se qualcuno ti invita per correre insieme, in genere trovi mille scuse per non andarci. Ora, siamo sinceri: quando si tratta di trombare… si esce di casa a qualsiasi ora e di corsa! Trombare aumenta il senso della puntualità. Correre no.

La morale è chiara: NELLA VITA HAI SBAGLIATO TUTTO, STAI CORRENDO TROPPO!

"Perchè correre?"


"Perchè correre?" di  Mario Moretti , www.mariomoretti.it

"Ecco alcuni buoni motivi per praticare questa attività sportiva

Fa dimagrire.
Lo sanno tutti: oltre a tonificare la muscolatura, l'attività aerobica aiuta a bruciare i grassi. Via, dunque, l'adipe in eccesso, a favore della massa magra. Inizialmente il responso della bilancia sembrerà non premiare gli sforzi (potrebbe capitare di registrare inizialmente un peso superiore di qualche etto a quello di partenza), ma ben presto si potrà dire addio ai chili di troppo. Purtroppo per via della circonferenza ridotta occorrerà aggiornare il guardaroba...

Riduce stress e nervosismo.
La corsa è la migliore valvola di sfogo per tutti i problemi della vita quotidiana, per tutte le tensioni e le preoccupazioni dovute al lavoro o alla famiglia. intendiamoci: i problemi, quelli veri, restano; però grazie a questo sport vengono ridimensionati e affrontati con nuova carica.

Regala grande benessere.
Dopo l'allenamento si è in uno stato di grazia. Ci si sente sereni ed euforici allo stesso tempo, soddisfatti e vivi quanto mai. È l'effetto delle endorfine, sostanze simili alla morfina che vengono prodotte dall'organismo durante la corsa e che agiscono soprattutto a livello del sistema nervoso centrale. Il "piacere" è tale che molti corridori ammettono di essere "corsa dipendenti".

Ottima base per molti sport.
Avere fiato e muscoli allenati consente di affrontare meglio le uscite in bicicletta, le partte di calcio o a tennis con gli amici, le passeggiate in montagna, la stagione sciistica. Un vataggio non da poco.

Fa bene al cuore .
La corsa è un vero toccasana. Svolge innanzitutto un'azione preventiva nei confronti delle malattie del cuore e della circolazione, abbassa la pressione ed quindi consigliata a chi soffre di pressione alta, a patto che l'ipertensione sia di tipo 'essenziale' (90% dei casi) e non dovuta ad altre malattie (reni, ghiandole endocrine). Inoltre favorisce la diminuzione del colesterolo cattivo (LDL) e l'aumento di quello buono (HDL). Previene infine l'osteoporosi se iniziata in giovane età, mentre dopo i 35-40 anni la sua pratica regolare permette di rallentare la riduzione fisiologica della massa ossea. Scusate se è poco.

Si fanno nuove amicizie.
Correre in compagnia è bello e fa fare meno fatica. Forse è per questo che difficilmente un runner si allena da solo, a meno che non lo voglia. Le barriere sociali in questo sport non esistono. Per unirsi ad un podista o ad un gruppo basta chiedere. Nessuno vi dirà mai di no, anzi sarete sicuramente ben accetti. Attenzione però al ritmo: se la compagnia gira troppo forte meglio lasciar perdere, rischiate di ritrovarvi senza fiato nel giro di pochi minuti.

Migliora l'aspetto fisico.
I chilometri danno tono ai muscoli e ringiovaniscono il fisico appesantito dalla vita sedentaria. I risultati sono immediati e già dopo 3-4 settimane si possono apprezzare davanti allo specchio.

Riduce l'ansia.
È provato che ha effetti tranquillanti maggiori di quelli ottenibili con una pastiglia di ansiolitico e simili a quelli che si ottengono con le tecniche di rilassamento mentale. Merito del movimento e dello stare all'aria aperta, ma anche di alcune sostanze prodotte dall'organismo col passare dei chilometri.

Si dorme meglio .
Diversi studi scientifici hanno dimostrato che i chilometri aiutano a riposare meglio e sono un valido rimedio contro l'insonnia.

Combatte la cellulite .
Favorendo la circolazione periferica, la corsa facilita l'eliminazione nelle forme lievi e migliora la situazione in quelle più gravi. Per ottenere risultati duraturi occorre però abbinare al movimento uno stile di vita sano, che preveda un'alimentazione equilibrata e un giusto riposo.

Può aiutarci a smettere di fumare .
Il fumatore che comincia a correre è facile che nel giro di qualche tempo abbandoni definitivamente le sigarette. Cos'è successo? La corsa aiuta a dire di no al fumo perché: scarica le tensioni e il nervosismo tipici di chi sta smettendo di fumare; evita di aumentare di peso, classica conseguenza dell'abbandono delle sigarette; si avverte maggiormente l'effetto negativo del fumo sulla respirazione se si corre subito dopo aver fumato molto. D'altro canto è normale non avvertire il desiderio di fumare per alcune decine di minuti dopo la corsa. In questo modo ci si accorge di non essere poi così schiavi del fumo. Ultimo motivo è che la corsa, al pari del fumo, determina nel corpo la produzione di endorfine, sostanze che provocano una sensazione di benessere. Quindi chi smette di fumare correndo non avverte la mancanza di tali sostanze.

Migliora e fortifica il proprio carattere .
L'allenamento sviluppa la tenacia, la forza di volontà, la capacità di superare i momenti difficili. Qualità estremamente utili anche nella vita di tutti i giorni, sul lavoro come in famiglia.

Si vive meglio e più a lungo .
Avere un fisico in forma ed efficiente significa avere maggiori possibilità di vivere a lungo e, soprattutto, meglio. Non a caso si dice che la corsa mantiene giovani...

Regolarizza l'intestino.
Difficilmente sentirete dire a un podista che ha un problema di stitichezza. La cosa stimola infatti la peristalsi intestinale e velocizza il transito degli alimenti a livello gastrico. In due parole: niente più purghe o prugne secche.

E' proprio come un bel gioco .
 A correre, infine, si torna un po' bambini. Si ritrova la spensieratezza, l'eccitazione, la gioia di certi giochi, quando si faceva "a chi arriva primo" o ci calava nei panni dell'eroe di turno. Le sfide con gli altri runner, le "imprese" come il correre sotto la pioggia prepotente di un temporale o salire senza mai fermarsi fino in cima alla collina, ci portano indietro nel tempo, ci fanno giocare proprio come allora e come allora ci fanno divertire tanto, proprio tanto."

"
Una vita non esaminata non è degna di essere vissuta"

Socrate, da "Apologia", 38a


Una vita


"
Una vita non esaminata non è degna di essere vissuta"

Socrate, da "Apologia", 38a


L'arte della guerra



" Conoscendo quell'altro e conoscendo se stessi, per cento battaglie che dovessimo combattere, non correremmo alcun rischio o subiremmo danno.

Non conoscere quell'altro, ma conoscere se stessi; per una volta che vinceremo, una volta dovremo subire.

Ma se infine, senza conoscere quell'altro ne noi stessi, dovessimo combattere, ogni nostra battaglia si risolverà in un rischio esiziale (dannoso)".

"L'arte della guerra"
Sun Tzu (VI sec. a.c.)

La Via della Saggeza : "Conosci te stesso"

"Athlos", in greco antico, significa "lotta". 
L'essenza di essere un atleta è l'essere un lottatore, uno che combatte, non semplicemente contro e con un avversario, ma contro se stesso, i propri limiti. Mettersi alla prova, porsi una sfida, con la quale confrontarsi, misurarsi.
Combattere contro se stessi quindi, è una via dell'autoconoscenza.

Narra il mito greco che fu Eracle (il semidio, colui che supera la condizione umana ) a fondare, in segno di ringraziamento a Zeus, i giochi sacri di Olimpia dopo aver superato la settima delle dodici fatiche, quella in cui cattura il toro furioso di Minosse, flagello degli abitanti di Creta.
La prima edizione delle olimpiadi fu omaggiata nientedimeno che dalla partecipazione di Marte , Dio della Guerra;  e di Apollo ,Dio del Sole, della conoscenza, sul tempio del quale, a Delphi, vi era incisa la frase "Gnothi sauton", Conosci te stesso.

Conosci te stesso.

domenica 12 ottobre 2008

La Saggezza

"Mamma diceva sempre che dalle scarpe di una persona si capiscono tante cose, dove va, cosa fa, dove è stata." Forrest Gump